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giornata internazionale di solidarietà con i detenuti di Salonicco

Il 10 luglio del 2003 si è tenuta la giornata di solidarietà con in compagni arrestati, e ancora detenuti, in grecia. Le accuse a loro carico sono pesanti e basate su testimoniaanze fittizie (leggi qua). Pubblichiamo gli indirizzi postali dei detenuti e un report mandato nella nostra mailinglist delle iniziative tenute a Roma [per il presidio di Torino disponiamo solo di questa foto]. Altre iniziative a Madrid (Spagna), Palermo (Italia), Bilbao (Baschi), Atene (Grecia), Londra (UK), Buenos Aires (Argentina), Burgos (Spagna).

INDIRIZZI DEI COMPAGNI ARRESTATI

Simon Chapman, Souleiman Dakduk, Fernando Perez, Carlos Martinez, Spyros Tsitas:
Dikastes Filakes Diavaton 54012 Thessaloniki-Greece

Michalis Traikapis e Dimitris Fliouras :
Dikastes Filakes Avlona-Greece

(scrivere nomi e indirizzi in caratteri greci)

Per appoggiarli economicamente: c.c. :
PireosBank.IBAN.GR2801722090005209016458443.
Intestato a : Ieropoulos Ioannis.


Roma - Ufficio del Turismo e Ambasciata Greca

Giovedì 10 luglio 2003 alle ore 16.15 si è svolto un presidio autoconvocato presso gli uffici dell’Ente del Turismo Ellenico in Via Bissolati a Roma, in solidarietà con i compagni che hanno subito la repressione a Salonicco.

Per 45 minuti, sotto l’occhio vigile della polizia di piantone alla vicina compagnia israeliana El Al e dei sopravvenuti digossotti, in circa 30 persone abbiamo distribuito centinaia di volantini ed esposto uno striscione per la libertà degli arrestati in Grecia in occasione del vertice UE. Il presidio si poi spostato volontariamente davanti all’ambasciata greca in risposta all’appello lanciato in rete, nei giorni precedenti da due amici di Simon Chapman uno degli arrestati e contro cui è in atto una sfacciata montatura poliziesca.

In un contesto deprimente quale è la cancellata del Bioparco di Villa Borghese, proprio di fronte all’ambasciata, abbiamo appeso lo stesso striscione tentando un volantinaggio abbastanza arduo in mezzo alle poche e veloci auto.

All’arrivo solerte di un giornalista con cameraman al seguito, che diceva di esser stato chiamato "dai compagni", abbiamo affermato la nostra indisponibilità a rilasciare dichiarazioni ai soliti invadenti servi della stampa, che sempre cercano di penetrare anche dove non sono graditi, imponendo la loro melliflua e indagatoria presenza per manipolare la realtà al servizio dei vari giochi di potere.

Si avvicinano poi i primi 2 funzionari di polizia, alla ricerca del solito e per noi inesistente responsabile, chiedendo spiegazioni su quali e perché fossero arrestati in Grecia, in quanto "non al corrente dei fatti internazionali". Rinnovando la nostra mancanza di volontà al colloquio con gli stipendiati dell’ordine, continuiamo a rimanere sul marciapiede di fronte all’ambasciata, finché arriva un altro funzionario di zona più graduato, intimandoci di andar via entro 5 minuti mentre già ci stavamo accingendo ad andare via, data la prevista e poi confermata infelicità "strategica" del luogo quasi deserto. Non trascorrono neanche 2 minuti e mezzo che ecco arrivare 3 cellulari pariolini (buon quartiere non mente) posteggiarsi e vomitare intorno a noi il loro carico di assassini in divisa. Facciamo notare che stavamo decidendo il da farsi, ma il tono del responsabile sbirro si fa più imperioso e ci fa circondare dai suoi galvanizzati sottoposti. Rifiutiamo di farci trattenere e ci inoltriamo nel parco, ci viene incontro un altro cellulare che poi fa inversione e se ne va sventolando mani alzate di fascistica attualità. Quindi ce ne andiamo: una ventina al presidio al Gianicolo, altri verso proprie mete.

All’indomani ciò che ci lascia di stucco è lo scorrere le pagine di Indymedia e trovare foto del presidio all’ambasciata definito di "attivisti", che presumiamo scattate dalla gentile reporter alternativa a cui avevamo ripetutamente chiesto di non riprendere le persone. Per l’ennesima volta ci ritroviamo a constatare la prepotenza di chi ad una precisa richiesta di compagni non d’accordo con la cattura e la pubblicazione della propria immagine, risponde fregandosene ritenendo buono e giusto per tutti il proprio agire.

...Senza stupore ma tanta rabbia.

CONTRO OGNI FORMA DI AUTORITARISMO
SOLIDARIETA’ AGLI ARRESTATI DI SALONICCO
LIBERTA’ PER TUTTI
FUOCO ALLE CARCERI

INDIVIDUALITA’ ANARCHICHE
INDIVIDUALITA’ ANTIAUTORITARIE

Roma 11/7/2003

Segue testo del volantino distribuito durante i presidi davanti all' Ente del Turismo Greco e all'Ambasciata Greca in solidarieta' coni compagni arrestati e detenuti in Grecia in seguito alla contestazione del summit E.U.

LIBERTA' PER I SETTE IMPRIGIONATI !
SOLIDARIETA' A TUTTI GLI INQUISITI DELLA "BATTAGLIA DI SALONICCO"!

Il 20 e 21 giugno la Repubblica Greca ha concluso il suo semestre della presidenza europea ospitando, nella localita' turistica di Calcidica vicino Salonicco, il summit dei 25 capi-padroni dell' Unione Europea.

Gia' dalla settimana precedente al summit, migliaia di persone provenienti da tutta Europa sono confluite nella citta' di Salonicco per manifestare e agire, in vari modi e in diversi luoghi, contro l'ennesimo arrogante incontro del potere occidentale.

La citta' universitaria e' stata occupata da migliaia di manifestanti anarchici, antiautoritari e libertari, diventando il luogodi assemblee e di coordinamento delle varie azioni dando luogo a iniziative di controinformazione tramite attacchinaggi e volantinaggi in giro per la citta'.Il 19 giugno un corteo di solidarieta' agli immigrati composto da 4000 persone attraversa i quartieri popolari mandando un messaggio esplicito: "Nel mondo del capitale siamo tutti stranieri".

Il 20 giugno, mentre i 25 capi di stato europei firmavano, chiusi in un albergo di lusso,l'allargamento dell'Unione Europea, una manifestazione che tentava di sfondare la zone rossa viene caricata dalla polizia greca. Lo stesso giorno ai confini greco-macedoni si svolge una manifestazione in solidarieta' con i 700 profughi rom del Kossovo che da mesi si trovano a vivere in condizioni disumane sorvegliati dalla guardia di frontiera greca a guardia del "paradiso europeo".

Il 21 giugno, giornata di concentrazione di tutte le manifestazioni a Salonicco, piu' 4000 persone escono dalle facolta' occupate e percorrono il centro della citta'.

I loro messaggi sono chiari: "No justice, no peace, fuck the police!", "Non dimentichiamo, non perdoniamo. Carlo Giuliani vive!", "La solidarieta' e' l'arma dei popoli, guerra alla guerra dei padroni!".

Mentre la massa dei manifestanti pacifisti e delle organizzazioni staliniste si trovano "parcheggiati" alcune strade piu' in la', il corteo anarchico attacca i simboli statali e capitalistici e si scontra con i gendarmi del potere che rispondono usando i loro metodi civili: gas lacrimogeni, pallottole di plastica e armi chimiche usate in grande quantita'. Centinaia di persone sono state intossicate dai veleni (CS e CN) usati dalla socialdemocrazia greca. Durante gli scontri piu' di 80 persone vengono fermate, pestate e umiliate nel commissariato centrale e nel carcere di Dilavata, provando sulla propria pelle i valori della madre patria della democrazia occidentale. Per 29 di loro il fermo si tramuta in arresto, giustificato da accuse false e particolarmente pesanti; in alcuni casi le notifiche sono state firmate sotto tortura.

Il giorno dopo, 22 giugno, la manifestazione in solidarieta' con gli arrestati, fuori dal tribunale, viene caricata dai celerini dopo che un giornalista della (dis)informazione di regime era stato decisamente allontanato dai manifestanti. Seguono altri arresti. Due compagni, una italiana e un francese, vengono arrestati, processati per direttissima senza interpreti, condannati con la condizionale e rilasciati su cauzione.

Ventidue degli arrestati del giorno prima vengono rilasciati, sempre sotto cauzione, con misure restrittive della liberta'. 7 degli arrestati - l' inglese Simon Chapman, gli spagnoli Fernando Perez e Carlos Martinez, il siriano Souleiman Dakduk e i greci Spyros Tsitas, Michalis Traikapis e Dimitris Fliouras- si trovano tuttora rinchiusi nelle "accoglienti" galere greche. Tutti gli arrestati rischiano di essere condannati dai sette fino ai 25 anni di reclusione! Pare che non si potranno avere novita' fino a Settembre poiche' l' apparato giudiziario greco nadra' in vacanza, godendosi il sole e lo stipendio... Per quanto riguarda Simon Chapman, tramite filmati indipendenti, la montatura dei celerini che al momento dell'arresto cambiarono il suo zaino blu con uno nero pieno di bottiglie incendiarie.

La stessa tattica e' stata usata anche per alcuni degli altri arrestati. Particolarmente grave e' la situazione di due degli arrestati: il siriano Souleiman Dakduk, esule in Grecia da 13 anni dove viveva in clandestinita', rischia l'espatrio in Siria dove puo' attenderlo la pena di morte. Lo spagnolo Fernando Perez, che la propaganda massmediatica in perfette sintonia con quella poliziesca, dipinge come leader anarchico basco (anche se non e' basco!) e capo del blocco nero (internazionale!). Sembra chiaro che gli sciacalli dello spettacolo e la macchina repressiva prepareranno per lui il ruolo del capro espiatorio.

Salonicco e' stato un altro momento di lotta contro i padroni della terra e dei loro guardiani. Un altro momento della guerra combattuta da donne e uomini ribelli contro questo mondo di miseria, sottomissione e morte. La solidarieta' nei confronti delle persone sequestrate dallo stato greco e' una parte di questa lotta che si consuma, ogni momento, in ogni parte del mondo.

Chi abbandona i prigionieri della guerra sociale inevitabilmente abbandonera' anche la stessa guerra...

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