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UE:
dati biometrici nei passaporti
Traduzione di Border=0
da www.statewatch.org/news/2004/feb/26eu-biometric-passports.htm
UE:
TUTTI DOVRANNO DEPOSITARE LE PROPRIE IMPRONTE
DIGITALI PER OTTENERE IL PASSAPORTO
Tutti i richiedenti il passaporto dovranno
iscriversi e farsi scattare
una foto digitale che verrà contenuta
in un microchip allinterno del passaporto
Nascerà un Registro
europeo dei passaporti, centralizzato
e basato su dati biometrici, e diventerà
obbligatorio per tutti depositare anche
le proprie impronte digitali
Ogni cittadino UE in possesso di
passaporto, ogni cittadino proveniente da
paesi terzi e chiunque visiti lUE
in possesso di un visto avrà il suo
personale identificatore biometrico
in aggiunta ai dati personali, immagazzinati
nel nuovo Sistema Informatico di Schengen
(SIS II)
Tutte le carte didentità
dovranno contenere anche dati biometrici
Tutto questo dovrebbe permettere
una sorveglianza su larga scala dei movimenti
non solo verso lUE, ma anche allinterno
dellUE stessa
Per i cittadini
UE ottenere un passaporto è piuttosto
semplice; bisogna compilare il modulo, farsi
una foto alla macchinetta e semplicemente
spedire il tutto allufficio postale.
Ma questa semplice procedura sta per cambiare:
per ottenere il passaporto bisognerà
presentarsi in un centro discrizione,
dove verrà scattata una foto speciale
della persona e le verranno prese le impronte
digitali. Queste verranno conservate allinterno
di un database europeo insieme ai dati personali.
Il 18 febbraio la Commissione Europea ha
adottato la proposta di una disposizione
obbligatoria per linserimento di dati
personali biometrici (limmagine del
viso, con unopzione per le impronte
digitali come secondo elemento identificatore)
in tutti i passaporti UE. Tutti coloro che
richiederanno il passaporto dovranno iscriversi
presso i centri discrizione
(il termine lo fa sembrare un passo volontario)
dove verranno fotografati con speciali macchine
fotografiche. Queste foto verranno
digitalizzate e messe allinterno di
un microchip contenuto nel passaporto (che
potrebbe essere un passaporto di carta o
una tessera di plastica). Queste foto
insieme ai dati personali didentificazione
verranno immagazzinati in database nazionali
accessibili a tutti gli enti di sicurezza
e forze dellordine - polizia, dogane,
agenzie dimmigrazione e agenzie interne
per la sicurezza. Nella fase successiva
si costituirà un registro europeo
dei passaporti, e a questo punto anche
le impronte digitali diventeranno obbligatorie.
Questo registro biometrico affiancherà
il database VIS (contenente tutti i visti
emessi) e i permessi di soggiorno contenuti
nel futuro SIS II.
La
decisione politica di introdurre identificatori
biometrici obbligatori, prima nei visti
e nei permessi di soggiorno e poi nei passaporti,
fu presa nel corso di due incontri informali
dei ministri della giustizia e degli interni
(nel febbraio 2002 e poi nel marzo 2003).
La commissione propose un cosiddetto approccio
coerente per tutti i documenti
di viaggio, inclusi i passaporti dei cittadini
europei. Queste decisioni non furono
riportate allora; fu in occasione del vertice
di Salonicco (lincontro dei primi
ministri europei) nel giugno 2003 e poi
a Bruxelles il 12 dicembre 2003 che venne
formalmente approvata la proposta. Una seconda
ragione per introdurre i dati biometrici
nei passaporti, come afferma la commissione,
è che anche gli Stati Uniti stanno
per fare questo passo.
La
base legale per legittimare la proposta
è piuttosto dubbia, perché
la proposta dellUE di introdurre dati
biometrici nei passaporti supera il limite
dei suoi poteri; lanalisi legale di
Statewatch conclude che: nessuno
dei poteri conferiti allUE dal trattato
UE, che siano considerati singolarmente
o nel complesso, assegna allUE il
potere di adottare la disposizione proposta.
Lordinamento propone che limmagine
del viso diverrà il principale
indicatore biometrico, e la decisione di
includere le impronte digitali come seconda
opzione dipenderà dai singoli stati.
Per
giustificare questo la commissione non presenta
alcuna spiegazione logica: poiché
la decisione di introdurre dati biometrici
su visti e permessi di soggiorno era già
stata presa, i passaporti europei non potevano
restare indietro. E inoltre
deve esserci coerenza in quanto
persone malintenzionate potrebbero
decidere di non fare il visto o il permesso
di soggiorno (come se potessero scegliere)
e cercare di ottenere passaporti e
carte didentità di cittadini
europei, molto più facili da ottenere;
per questo anche i suddetti documenti devono
essere migliorati in fatto di sicurezza
Sì,
la commissione si sta muovendo in direzione
della proposta che anche tutte le carte
didentità dovrebbero contenere
dati biometrici. Mentre a livello
europeo, potrebbe essere realizzato un registro
europeo dei passaporti centralizzato
e basato su dati biometrici, che conterrebbe
le impronte digitali dei possessori di un
passaporto, insieme al relativo numero di
passaporto e probabilmente altri limitati
dati personali.
Ma
le impronte digitali non dovevano essere
solo un secondo identificatore opzionale?
Qui però la commissione sta dicendo
che sarebbero obbligatorie.
Affermano anche che LA STANDARDIZZAZIONE
DEI PROVVEDIMENTI DI SICUREZZA COMPRESI
I DATI BIOMETRICI NEI PASSAPORTI EUROPEI
PORTEREBBERO INOLTRE AD UN MIGLIORAMENTO
DELLE RELAZIONI CON STATI TERZI, AD ESEMPIO
CON GLI STATI UNITI.
Il
provvedimento inoltre includerebbe le raccomandazioni
promosse da ICAO (International Civil Aviation
Organisation) ma queste raccomandazioni
sono state scritte dagli Stati Uniti e dagli
stati più influenti dellUE,
non a caso il Regno Unito.
SCELTA
DEGLI IDENTIFICATORI BIOMETRICI
La motivazione della commissione sugli identificatori
da usare è terribilmente tortuosa
(e imbarazzante). La commissione promuove
un approccio coerente e la standardizzazione
dei provvedimenti di sicurezza mediante
lintroduzione di due tipi di identificazione
obbligatori, la fotografia e le impronte
digitali, per visti e permessi di soggiorno.
Sarebbe logico fare lo stesso anche per
i passaporti ma in un altro caso,
la commissione afferma che la coerenza
con le proposte su visti e permessi certo
non significa che occorra necessariamente
applicare la stessa soluzione ad ogni altra
area Perché certo;
perché no? Non viene spiegato nulla.
Ma
cè unindicazione nellultima
frase dello stesso paragrafo: Questo
cambierà con il secondo stadio, la
creazione del Registro Europeo per i passaporti
emessi. In questo caso, limpronta
digitale deve essere depositata e registrata,
in modo da permettere ricerche più
approfondite (uno su molti) [vd. sotto].
Forse
la commissione immagina che la gente potrebbe
obbiettare al fatto di dover depositare
le proprie impronte, e quindi voglia nascondere
questo fino alla seconda fase?
E
che ne è dellidentificatore
iniziale e obbligatorio, limmagine
del viso? Bè, la tecnologia
non è stata ancora approntata e in
molti paesi non lo sarà per molto
tempo. Quindi inizialmente ci si affiderà
al ritratto elettronico ad alta risoluzione,
o in parole povere il tipo di foto che si
fa ora alla macchinetta al centro commerciale;
lo digitalizzano e lo mettono
nel chip il che permetterebbe di
effettuare controlli uno su uno
ai confini (confini esterni
o interni?). In seguito quando la tecnologia
sarà approntata, i sistemi
di ricognizione facciale tramite foto digitale
verranno effettuati al momento delliscrizione.
Questo scanner del viso immagazzinerà
1800 tratti distintivi del volto, che poi
saranno trasferiti su un dispositivo e limmagine
passerà su un microchip nel passaporto.
Il
controllo uno su uno è
semplicemente il verificare che la persona
sia la stessa del documento. Uno su
molti significa invece che il funzionario
controlla i tuoi dati biometrici allinterno
del database, che ne contiene milioni e
milioni. Ma è stata la stessa commissione
a dichiarare riguardo al sistema dei visti
(il VIS, progettato per contenere più
di 70 milioni di registrazioni nel corso
dei primi dieci anni) che più dati
biometrici individuali si introducono nel
database, maggiore sarà la possibilità
di errore.
COME
POSSIBILE PROTEGGERE I DATI SE LATTUALE
SISTEMA NON E IN GRADO DI FARLO?
La commissione dichiara che i dati contenuti
saranno protetti secondo la direttiva della
CE del 1995 sulla protezione di dati; ma
la sezione sulla protezione di dati è
piuttosto lontana dallessere reale.
Ripete parola per parola la prima parte
della sezione sulla protezione di dati dalla
proposta di introdurre dati biometrici per
visti e permessi di soggiorno, ma evita
qualsiasi commento più specifico.
La proposta sui passaporti europei riconosce
che le autorità per la protezione
dei dati dispongono di scarse risorse,
e omette invece commenti fatti in passato:
Linefficienza di risorse potrebbe
condizionare lindipendenza. Lindipendenza
nel prendere decisioni è condizione
indispensabile per il corretto funzionamento
del sistema
se queste tendenze verranno
confermate, saranno fonte di serie preoccupazioni.
Comunque
non è solo una questione di risorse;
bisogna considerare anche il fatto che i
poteri di investigazione delle autorità
nazionali per la protezione dei dati variano
di paese in paese, come la loro disponibilità
di staff e budget. Molti paesi non dispongono
delle risorse necessarie e pochi hanno poteri
di investigazione significativi (come
ad esempio quello di avviare unispezione
senza previo avviso).
Ci
sono ragioni sostanziali per credere che
la direttiva del 1995 sulla protezione di
dati offrirà ben poca salvaguardia
ai dati personali, inoltre sembra non ci
sia la volontà politica né
da parte della commissione, né da
parte dellUE di realizzare effettivamente
la direttiva. Ci sono voluti otto anni perché
la commissione producesse il primo rapporto
annuale su questa direttiva. Questo evidenziò
una serie di problemi, ma tuttora non sono
ancora state avanzate proposte per cercare
di risolverli.
In
aggiunta a questo abbiamo assistito ad un
progressivo indebolimento della protezione
garantita dalla direttiva del 1995 nellaccordo
tra USA ed Europol, negli accordi tra UE
ed USA sullestradizione, nella trasmissione
di dati di passeggeri agli USA (PNR), ed
in una moltitudine di accordi tra lEuropol
e paesi del terzo mondo.
I
SISTEMI DI IMMAGAZZINAMENTO E LO STAFF PER
LISCRIZIONE
I dati biometrici verranno immagazzinati
in un microchip senza contatti.
La ICAO ha raccomandato una dimensione minima
di 32k, mentre la commissione propone un
chip da 64k, per due ragioni:
1. perché potrebbe essere necessario
immagazzinarvi limmagine del viso
e le impronte digitali;
2. gli stati membri potrebbero voler aggiungere
alcuni dati alfanumerici.
La
proposta è piuttosto scarna nei dettagli.
Ad esempio non si conosce il costo
del microchip. Mentre per visti e
permessi di soggiorno la proposta è
di prendere due impronte digitali (perché
la tecnologia necessaria per prendere tutte
e dieci è costosa), nel caso del
passaporto non cè suggerimento;
si dice solo lequipaggiamento
per la deposizione delle impronte delle
dieci dita costa allincirca settemila
euro (circa 5000 dollari, e per tutti
ne servirebbero molti). Sistemi di
verifica devono essere installati
ad ogni posto di frontiera (per il controllo
dei passaporti, dei visti e permessi di
soggiorno).
COME
FUNZIONERA IL SISTEMA
La regolazione per includere i dati biometrici
nei passaporti riguarderà tutti gli
stati membri dellUE, ed entrerà
in funzione entro un anno dallinstallazione
degli strumenti necessari.
In alcuni degli stati membri comincerà
con la digitalizzazione delle
foto nei passaporti già rilasciati;
in altri richiederà lassunzione
di una persona incaricata a
prendere unimmagine speciale del viso
(che conterrà fino a 1800 caratteristiche
facciali individuali); in altri ancora includerà
anche le impronte digitali.
Questi dati biometrici saranno immagazzinati:
1. su un microchip allinterno dei
passaporti europei, e
2. allinterno di un database nazionale.
In
questa prima fase il passaporto
che contiene il microchip verrà controllato
uno su uno (la persona con il
suo documento), e uno su molti
nel database nazionale, e allinizio
i controlli al confine saranno principalmente
uno su uno.
Nella seconda fase dai database
nazionali verrà creato il registro
dei passaporti europei biometrico
e centralizzato; sarà la fase che
richiede le impronte digitali e i dati biometrici
il registro sarà allinterno
del SIS II (Schengen Information System).
Sarà
facile inserire microchip gradualmente in
tutti i passaporti, visto che vengono rinnovati
ogni dieci anni. Non ci sono proposte per
applicare la direttiva del 1995 in maniera
corretta.
Tony Bunyan, giornalista di Statewatch,
commenta: Questa è una delle
proposte in assoluto peggiori che siano
mai state progettate dalla commissione;
non ci sono termini di tempo, né
costi, e in quanto a legalità ci
sono molti dubbi. Non ci sono piani, né
volontà politica, di proteggere concretamente
i dati in virtù della privacy, o
di proteggersi dalluso scorretto e
labuso dei dati. La serie di ragioni
su cui la misura si basa è unaltra
risposta all11 settembre e alla guerra
al terrorismo. Ma ha ben poco a che
fare con la lotta al terrorismo
e molto invece con la volontà da
parte delle agenzie di sicurezza si sorvegliare
i movimenti di ognuno.
Questa
misura, insieme a molte altre in progetto
nellUE e a livello nazionale, mira
a creare una società in cui i movimenti
e le comunicazioni di ognuno (tramite telefono
e e-mail) siano soggette a sorveglianza,
dove ognuno è sospetto.
Una società del genere ha molto più
in comune con uno stato autoritario che
con una democrazia.
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