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Anno 501 la conquista continua (indice)


PARTE TERZA.
LA STESSA VECCHIA STORIA.


Capitolo 7.
VECCHI E NUOVI ORDINI MONDIALI.

3. DEMOCRAZIE LIMITATE.

Haines concentra la sua ricerca sui primi anni del dopoguerra, ma nella sua opera dà un'anticipazione di quel che sarebbe avvenuto successivamente quando parla dell'obiettivo di "farsi amico l'esercito brasiliano", che i funzionari Usa "presentavano... come il difensore della democrazia". Questo lungimirante progetto teso alla realizzazione dei nostri ideali democratici si concretizzò quando i generali presero il potere nel 1964, mettendo fine all'intervallo parlamentare del dopoguerra e creando uno 'stato per la sicurezza nazionale' neonazista con l'ampio uso della tortura e della repressione. L'esempio dei militari brasiliani ispirò i loro colleghi in tutto l'emisfero a fare altrettanto, in una chiara dimostrazione della validità della 'teoria del domino' di cui, per oscure ragioni, si parla raramente in riferimento a quegli eventi. Seguendo la dottrina neoliberista ufficiale, sotto la permanente tutela Usa, i generali crearono un 'miracolo economico' che fu molto ammirato, anche se con qualche riserva per la sadica violenza con cui venne realizzato.

Gli 'stati per la sicurezza nazionale' gestiti dai militari furono una diretta conseguenza della politica e delle teorie Usa. Sin dalla Seconda guerra mondiale, il Pentagono aveva cercato di integrare gli apparati militari latinoamericani nella sua struttura di comando. Il primo passo fu quello di creare le basi per un sistema permanente e coordinato di approvvigionamenti bellici, che avrebbe portato all'adozione degli stessi sistemi di armi Usa da parte degli eserciti del continente. Tutto ciò, sostenne il generale 'Hap' Arnold, riferendosi in questo caso all'industria aeronautica postbellica, avrebbe avuto conseguenze "molto redditizie" per le fiorenti industrie militari americane; inoltre il controllo sulle forniture militari avrebbe rappresentato per gli Usa un importante leva economica e politica, dando al governo di Washington la possibilità di scoraggiare le tendenze nazionalistiche ed opporsi alla 'sovversione'. Corollario di questo progetto sarebbe stata l'istituzione di un monopolio Usa sull'addestramento degli eserciti sudamericani, a danno della concorrenza europea. Il Trattato di Cooperazione Militare Interamericana firmato da Truman nel 1946 si proponeva di sancire il controllo da parte di Washington sui rifornimenti e l'addestramento in un "emisfero militarmente chiuso sotto il dominio Usa" (Green). La necessità di disfarsi dei rivali europei venne sottolineata più volte nei documenti riservati degli anni successivi, e presto fu soddisfatta.

Il problema della lotta alla 'sovversione' salì alla ribalta della cronaca nel 1943, quando i proprietari delle miniere boliviane chiamarono le truppe del governo a sopprimere i minatori dello stagno in sciopero; fu allora che nel tristemente noto 'massacro di Catavi' vennero uccisi centinaia di lavoratori. Gli Usa rimasero in silenzio di fronte all'eccidio, ma scesero subito in campo, un anno dopo, quando il Movimento Nazionalista Rivoluzionario (M.N.R.), anti-oligarchico e socialisteggiante, depose la dittatura. Gli Usa allora denunciarono il nuovo regime come 'filo-fascista' (con pretesti poco convincenti) e ostile 'all'imperialismo anglo-yankee' (in questo caso a ragione), pretesero che tutti i membri del Movimento fossero esclusi da posizioni di potere, e presto ottennero il rovesciamento del governo da parte di una giunta militare. Un promemoria del Dipartimento di Stato identificò così il problema di fondo: i proprietari delle miniere sono spaventati per la proclamata "intenzione [del Movimento] di interessarsi al miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, perché temono che ciò sia possibile solo a spese degli interessi minerari". La preoccupazione di fondo statunitense era costituita dal nazionalismo radicale latinoamericano.

L'amministrazione Kennedy portò avanti questo processo spostando l'obiettivo degli eserciti sudamericani dalla 'difesa emisferica' alla 'sicurezza interna', intendendo con ciò la repressione della popolazione. Gli esperti spiegarono lucidamente che l'esercito, quando era sotto la guida dei consiglieri americani, diventava una forza 'modernizzatrice'.

I principi ispiratori della nuova politica Usa nell'emisfero vennero espressi in uno studio segreto del 1965 condotto dal Dipartimento della Difesa sotto Robert McNamara. Il documento riteneva che: "Le politiche Usa nei confronti delle forze militari latinoamericane sono riuscite a raggiungere gli obiettivi prefissati", e cioè "una migliore capacità [da parte di quegli eserciti] di mantenere la sicurezza interna e di stabilire una predominante influenza [su di loro] degli Usa". Le forze armate sudamericane erano ormai consapevoli dei loro compiti e pronti a realizzarli, grazie al notevole aumento dei corsi di addestramento e delle forniture belliche decisi dall'amministrazione Kennedy tra il 1961 ed il 1962. Tra i compiti previsti vi era quello di deporre i governi civili "ogni volta che, a giudizio dell'esercito, la condotta di quei leader è pregiudizievole al benessere della nazione"; questa è una necessità "nell'ambiente culturale latinoamericano", spiegavano i liberal kennediani, che certamente sarebbe stata soddisfatta in modo appropriato ora che i militari venivano giudicati solamente sulla base della loro "comprensione degli obiettivi Usa e dell'impegno mostrato nel raggiungerli". In questo modo potevamo assicurare un positivo sbocco alla "lotta rivoluzionaria per il potere tra i principali gruppi che costituiscono l'attuale struttura di classe" nell'America Latina, e garantire gli "investimenti privati Usa" ed i commerci, le "radici economiche" degli "interessi politici Usa nell'America Latina" (8).

Questa volgare retorica marxisteggiante ostentata dai politici ed esperti delle amministrazioni Kennedy e Johnson ricorreva spesso sia nei documenti interni, che sulla stampa economica.

Ritornando al Brasile, i piani per un golpe militare iniziarono all'indomani dell'elezione a presidente di Joao Goulart nell'agosto del 1961. I militari diffidavano della sua retorica ed attrazione populista, ed erano irritati per i suoi programmi destinati ad aumentare il salario minimo dei lavoratori civili. Le inquietudini degli uomini d'affari Usa aumentarono quando la Camera dei Deputati ratificò una legge che imponeva condizioni agli investimenti stranieri e limitava la fuoriuscita dal paese dei profitti delle società, perché questo processo stava "dissanguando l'economia brasiliana". Malgrado Goulart, membro fedele dell'aristocrazia brasiliana, fosse anticomunista, i sindacalisti Usa ed i funzionari diplomatici erano allarmati per il suo dialogo con le organizzazioni dei contadini e dei lavoratori, e per la sua decisione di nominare dei comunisti brasiliani nella sua amministrazione; "un percorso apertamente comunista", ammonì la Cia. L'appropriato contesto da guerra fredda per giustificare il golpe era già stato delineato da Kennedy, poco prima di salire al potere.

Agli inizi del 1962, i comandanti militari brasiliani informarono l'ambasciatore di Kennedy, Lincoln Gordon, che stavano preparando un golpe. Contemporaneamente, su iniziativa personale del presidente Usa, Washington cominciò a sostenere, ora anche apertamente, i candidati politici della destra. Secondo Ruth Leacock, J. F. Kennedy presagiva con Gordon e la comunità degli uomini d'affari americani, che "i militari probabilmente rappresentano la chiave del futuro". Nel dicembre del 1962 Robert Kennedy fu mandato in Brasile per spingere Goulart ad "affrontare il problema comunista", come veniva definito dall'ambasciata Usa. Egli informò il Presidente che J. F. Kennedy era seriamente preoccupato per le infiltrazioni di "comunisti e nazionalisti anti-americani di sinistra" nel governo, nell'esercito, nei sindacati e nei gruppi studenteschi, e per il "pessimo trattamento [degli] investitori privati americani e stranieri". Se Goulart voleva l'assistenza Usa, disse Robert Kennedy, doveva far sì che "i funzionari nei posti chiave del Brasile" fossero pro-americani ed imporre le misure economiche raccomandate dagli Usa.

I rapporti tra gli Stati Uniti ed il Brasile rimasero comunque tesi, soprattutto per via dei piani di austerità imposti dall'amministrazione Kennedy come condizione per gli aiuti economici e per le continue denuncie Usa sulle presunte influenze di sinistra nel governo. Nel marzo del 1963, la Cia riferì di nuovo al Presidente di nuovi preparativi per un golpe militare; allo stesso tempo, i dirigenti delle grandi imprese americane dell'epoca premevano privatamente per un blocco totale dell'assistenza al Brasile pensando che ciò avrebbe accelerato il colpo di stato. Ad agosto dello stesso anno, l'addetto militare Usa, Vernon Walters, avvertì il Pentagono che Goulart stava promuovendo "ufficiali ultranazionalisti" invece di quelli "filo-democratici e filo-Usa" (si presume che i due termini per lui fossero sinonimi). I rapporti con il Brasile peggiorarono ulteriormente sotto l'amministrazione Johnson. Il senatore Albert Gore informò il Comitato per le relazioni estere del Senato, riunitosi per discutere gli aiuti economici, di aver avuto notizia che "tutti i membri del congresso brasiliano sostenitori di quelle riforme che per noi costituiscono la principale condizione per erogare gli aiuti dell'Alleanza per il Progresso, sono adesso in prigione". Più o meno nello stesso periodo l'ambasciatore Gordon consigliò a Washington di aumentare gli aiuti militari al Brasile vista l'importanza dell'esercito "per contenere gli eccessi di sinistra del governo Goulart". Intanto la Cia "finanziava manifestazioni urbane di massa contro il governo, dimostrando quanto i vecchi temi di Dio, patria, famiglia e libertà siano sempre efficaci", notò Philip Agee nel suo diario.

Non dobbiamo dimenticare che l'assistenza ai militari è la procedura normale per rovesciare un governo civile. Il metodo fu usato con efficacia in Indonesia ed in Cile, e fu tentato di nuovo nell'Iran dei primi anni '80, prima fase di quello che in seguito sarebbe diventata (con le opportune modifiche) l'operazione Iran-Contra (9).

Il 31 marzo del 1963 i militari presero il potere, con il sostegno Usa e con in tasca i piani per ulteriori azioni tendenti, se necessario, "ad assicurare il successo dell'operazione". I generali avevano così realizzato una "ribellione democratica", telegrafò Gordon a Washington. La rivoluzione era "una grande vittoria per il mondo libero", che aveva impedito "la perdita totale per l'Occidente di tutte le repubbliche sudamericane" e che doveva "creare una migliore atmosfera per gli investimenti privati". "La ragione principale della rivoluzione brasiliana", asserì l'ambasciatore Gordon al Congresso due anni dopo, "era la difesa e non la distruzione della democrazia brasiliana". Questa rivoluzione democratica fu "la più importante vittoria della libertà alla metà del ventesimo secolo", sostenne il diplomatico Usa, "uno dei momenti chiave della storia mondiale" di quel periodo. Il consigliere del Dipartimento di Stato, Adolf Berle, da parte sua, condivideva l'idea che Goulart fosse un clone di Castro e che era necessario sbarazzarsene. Il segretario di Stato, Dean Rusk, giustificò il riconoscimento da parte di Washington del regime golpista con il fatto che "la successione ebbe luogo nel modo previsto dalla Costituzione", una dichiarazione "non del tutto esatta", osserva saggiamente Thomas Skidmore.

I sindacalisti Usa rivendicarono la loro parte di merito nel rovesciamento violento del regime parlamentare, sebbene il nuovo governo schiacciasse il movimento operaio e subordinasse i poveri ed i lavoratori alle esigenze degli interessi economici privati, principalmente stranieri. In particolare, il regime militare ridusse i salari reali del 25% in tre anni e ridistribuì il reddito "a favore dei gruppi più agiati che erano destinati a diventare i grandi consumatori del miracolo brasiliano" (Sylvia Ann Hewlett, la quale considera la brutale repressione e l'attacco al tenore di vita dei lavoratori come "una precondizione essenziale per un nuovo ciclo di crescita capitalistica nell'economia interna brasiliana"). Washington e gli investitori stranieri naturalmente furono felici del golpe. Mentre sparivano i relitti del governo costituzionale e migliorava l'atmosfera per gli investimenti, la Banca Mondiale offrì, per la prima volta dopo quindici anni, dei prestiti e l'assistenza Usa aumentò di pari passo con la tortura, gli omicidi, la carestia, le malattie, la mortalità infantile - ed i profitti (10).


Note:

N. 9. Vedi cap. 5, nota 5. Agee, "Inside", p. 361-2.
N. 10 Parker, "Brazil". Leacock, "Requiem". Skidmore, "Politics". Hewlett, "Cruel Dilemmas". Vedi anche Black, "U.S. Penetration".


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